La palla non si colpisce più. Si “impatta”. L’avversario sportivo non si batte, si “asfalta”, o peggio si “schianta”.
Un contratto non si rinnova, il calciatore viene “blindato”. Sempre la palla, non si passa, si “scarica”.
Non si scatta più in avanti si va ad “occupare lo spazio”.
Potrei andare avanti così all’infinito. La miseria del linguaggio bellico-calcistico si commenta da sé. Sensazionalismo, parole che devono sortire l’effetto di un clickbait.
Il linguaggio bellico funziona perché l’uomo ama la guerra, i gladiatori, i combattenti irriducibili, il sangue.
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La società va inconsapevolmente (?) alla deriva. Con un tasso di ignoranza ai massimi storici.
La musica si adatta. La parola “bitch” è in due brani su tre. “Bitch” non significa solo troia, ma anche stronza. Non so quale sia il male minore. Le donne che si arrabbiano per il catcalling sono le stesse che accettano piacevolmente di farsi dare delle troie- stronze nelle canzoni? E’ il nuovo femminismo, che mi ricorda le parole più o meno aberranti di un mio professore di filosofia che affermava: “ Non sono femminista, sono un femminaio”.
Non diciamo più, parlando della brava e simpatica Orietta nazionale, “la Berti”. Ci sarebbe un problema di genere.
Diciamo “Berti”, e io la confondo con lo stoico centrocampista nerazzurro, in triello (ah Sergio, immagino quanto questi discorsi ti farebbero incazzare) con Fedez e Lauro.
Perché scrivo questo articolo? Perché avevo paura. Non vedevo la fine del pozzo, un limite al peggio, un solo politico che facesse politica e non discordi deliranti per “un pugno di voti” in più (ancora tu Sergio, quanto bene ti voglio?).
Non si usano più i sinonimi, poi sinonimi di cosa?
Il vuoto non ha un sinonimo, forse il nulla potrebbe andare, ma dire “il nulla” è già definire qualcosa.
Poi l’illuminazione: ho capito come limitare i danni.
Suppongo che la parola d’ordine dei prossimi anni sarà, almeno per i disagiati non del tutto rassegnati, “non prenderti sul serio”. Anzi, non prendere nulla sul serio a parte te e le poche persone che hanno dimostrato con i fatti di essere a te simili.
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La società e chi la compone, cioè noi, siamo i soli responsabili delle nostre gioie e dei nostri dolori.
Nessuna dietrologia. E’ vero, Amazon negli States fa da sola il 50% del mercato, ma che colpa ne ha Bezos?
Il capitalismo non c’entra. C’entrano le pecore travestite da umani. La mancanza di voglia di conoscenza. L’individualismo sfrenato. Lo sguardo basso incollato al telefono dalla mattina alla sera. Pochi che leggono, e tra quelli che leggono molti leggono immondizia pure tagliata male.
La maggior parte dei boomers (altra parola di merda) dice che la musica di oggi fa schifo. Può essere. Ma poi quando chiedi loro quale musica ascoltano ti rispondono “la radio, RTL 102.5”. Non sanno chi sia Billie Eilish, conoscono solo un brano di Olivia Rodrigo (quello che passa la radio), ignorano l’esistenza di TheKidLAROI. Non hanno mai ascoltato una canzone di Justin Bieber che non passasse la radio. Detestano Elettra Lamborghini, ma la ballano sui tavoli negli stabilimenti balneari.
Tutto torna. Non hanno mai ascoltato Chopin, Miles Davis, i Prefab Sprout, i Pink Floyd, hanno un vago ricordo dei Duran Duran e dicono che Guccini era bravo, ma “che due palle!”
Molto bene.
Sarebbe sufficiente non arrabbiarsi e capire da che parte tira il vento.
Indietro non si torna, tanto vale riderci su. Scanzonati e sorridenti, è la vita. Che poi è bellissima, basta solo saperla prendere.
Quindi tanti auguri (ciao Raffa) e buona estate!